Il concetto di "sostenibilità" nel mondo della moda è un argomento molto dibattuto. Sia gli stilisti sia i grandi marchi stanno cercando di rispecchiare la crescente richiesta da parte dei consumatori di maggiore attenzione verso l’ambiente. Molto spesso però, come fosse “un ultimo trend da seguire”, quello che vediamo sono solo slogan altisonanti dalla grafica accattivante ma nulla di più.
Quando impariamo a conoscere la sostenibilità, ci rendiamo conto infatti che avere una sfilata “a zero emissioni” o una collezione “green” non basta e che ciò che serve a rendere realmente sostenibile il mondo della moda è molto più di questo.
La ricerca della sostenibilità infatti è un compito vasto, complesso e sempre più urgente. Sono richieste misure radicali e di trasformazione immediata che riguardano sia il prodotto sia il processo di produzione.
Fortunatamente stiamo riscontrando che sempre più aziende di abbigliamento stanno trasformando i loro modelli di business e cambiando in meglio la loro catena di produzione e fornitura per ridurre l’impatto ambientale generato dal loro operato.
Questo processo fa parte altresì di un ben più ampio cambiamento che si sta verificando all’interno dell’intera industria tessile che sperimenta sempre di più processi di produzione sostenibile. Tutto questo è possibile grazie ai consumatori che stanno diventando sempre più esigenti. La crescente consapevolezza delle persone infatti si verifica ad ogni livello sociale e di età anche se i giovani si rivelano i più attenti e sensibili ai temi della sostenibilità.
Per poter monitorare la filiera della moda, esiste la Global Organic Textile Standard (GOTS), la certificazione internazionale per i tessuti biologici che ha recentemente elaborato alcuni dati a supporto di questa tesi. La GOTS ha evidenziato che durante lo scorso anno si è verificata la più alta crescita di operazioni di certificazione di sempre. La ricerca ha riscontrato infatti che nel 2019 il numero di impianti biologici certificati dall'ente è cresciuto del 35%, con un totale di 7.765 fornitori in 70 Paesi nel mondo, a differenza dei 5.760 del 2018. In particolare, l'aumento più significativo del numero di impianti biologici è stato riscontrato in Europa, in India e in Bangladesh.
Un aspetto molto importante da considerare riguarda quali sono i parametri da rispettare per poter essere certificati da GOTS come impianto biologico. È necessario infatti superare test severi dove ogni procedura e metodo di lavorazione rispetti gli alti standard di certificazione. Questi infatti devono garantire che per i prodotti biologici non siano stati usati pesticidi chimici di sintesi o fertilizzanti e non devono essere stati coltivati con piante geneticamente modificate. Bisogna ricordarsi infatti che applicare una filiera agricola sostenibile è sempre la scelta migliore in quanto aiuta anche a proteggere e fortificare la biodiversità dell’ambiente senza rischi di inquinamento del suolo evitando in questo modo la contaminazione del territorio e dell’intero ecosistema.
L’agricoltura biologica inoltre rappresenta la scelta migliore verso la quale orientarsi in quanto svolge un ruolo fondamentale per il raggiungimento di almeno 8 dei 17 SDGS dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Questi includono: Fame Zero (SDG 2), Buona salute e benessere (SDG 3), Acqua potabile e servizi igienico-sanitari (SDG 6), Lavoro dignitoso e crescita economica (SDG 8), Consumo e produzione responsabili (SDG 12), Azione per il clima (SDG 13), Vita sotto le acque (SDG 14) e Vita sulla terra (SDG 15).
La moda quindi non può chiudere gli occhi di fronte al futuro del pianeta e tutte le strategie che promuoverà per una produzione e un consumo più rispettosi dell'ambiente, della società e dell'etica saranno fondamentali per sviluppare sempre di più la sostenibilità nella filiera della moda.
Credits: Envato Elements
Aggiungi un commentoDalla chiocciola al green building
di Isabella Goldmann
e Antonella Cicalò
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per conoscere e riconoscere l'architettura del futuro
Edizioni FAG Milano