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Sindrome da edificio malato: le cause

Sindrome da edificio malato: le cause dell’inquinamento indoor

 

 

 

Molti di voi avranno sentito parlare di “Sindrome da edificio malato” (SBS – Sick Building Syndrome): ebbene, si tratta di una malattia riconosciuta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità che presenta una serie di sintomatologie riconducibili alla presenza di elementi tossici all’interno degli ambienti domestici e di lavoro. Vediamo quali sono le cause e alcune sempliciaccortezze per combattere l’inquinamento indoor.

 

 

CAUSE DELLA SICK BUILDING SYNDROME

 

L’elenco dei fattori generanti questa malattia si allunga con una certa frequenza e costringe a rivedere le nostre abitudini sia a casa che al lavoro. Innanzitutto occorre sapere che cause conclamate di questa sindrome sono la presenza di materiali sintetici nelle finiture e negli arredi: esse provocano l’insorgenza di fastidiosi mal di gola e raffreddori che, nella migliore delle ipotesi, una volta lasciato l’ambiente incriminato svaniscono cos come sono arrivati.

 

 

Anche la scarsa illuminazione o la presenza di computer perennemente accesi in ufficio o in casa contribuiscono a provocare quei fastidiosi sintomi tipici della Sindrome da Edificio Malato.
Un’altra causa rappresentata dalla scarsa ventilazione dei locali e dalla presenza di muffe, provocate anche dalla condensa che si forma vicino agli infissi e causata dagli sbalzi di temperatura tra interno ed esterno: in entrambi i casi la soluzione ideale sarebbe quella di provvedere alla ventilazione degli ambienti almeno due volte al giorno.

 

 

I COMPOSTI ORGANICI VOLATILI

 

L’acronimo VOCs, ovvero “Volatile Organic Compounds”, usato anche in Italia per indicare i Composti Organici Volatili che la normativa definisce come“composti organici che abbiano a 293,15 K una pressione di vapore di 0,01 kPa o superiore, oppure che abbiano una volatilit corrispondente in condizioni particolari di uso”. Detta cos pu sembrare incomprensibile ma in realt tale definizione nasconde una triste verit: essi sono presenti in luoghi o prodotti che fanno parte del nostro vivere quotidiano e molto probabilmente noi ne siamo inconsapevoli fruitori. Vernici, colle, mobili e tessuti, stampanti, fumo di tabacco, insetticidi, materiali da costruzione ma anche cosmetici, deodoranti e prodotti per pulire la casa sono portatori di tali composti organici le cui particelle provocano irritazione agli occhi, naso e gola, mal di testa, nausea, vertigini, asma fino ad arrivare a patologie ben pi gravi.

 

 

Il consiglio quello di scegliere prodotti e metodi il pi naturale possibile: se prima l’acquisto di prodotti biologici per la cura della persona e della casa era complicato ed oneroso, ora possibile trovarli anche al supermercato ad un prezzo relativamente basso. Lo stesso vale per l’edilizia e l’arredamento, il cui mercato offre da un po’ di tempo la possibilit di scegliere prodotti naturali senza dover tenere troppo sotto controllo i costi.

 

 

IL RADON

 

Per definizione il radon l’elemento chimico rappresentato nella tavola periodica dal simbolo Rn e numero atomico 86, scoperto nel 1898 dai coniugi Curie: uno dei principali nemici del benessere domestico perch pericoloso per la salute umana. Il radon presente su tutta la crosta terrestre in quantit variabile pertanto proprio il suolo la principale sorgente del radon che poi arriva nelle nostre abitazioni. Essendo un gas, esso pu disperdersi nell’aria o nell’acqua contribuendo quindi al loro inquinamento: per quanto la concentrazione di radon non raggiunga mai livelli elevati nei luoghi chiusi, tuttavia essa pu arrivare a valori che comportano un elevato rischio per la salute.

 

 

Nel 2009 l’Oms ha pubblicato il rapporto WHO Handbook on Indoor Radon: A Public Health Perspective: l’auspicio quello di far si che i Paesi adottino un livello di riferimento almeno non superiore a 300 bq/m3, inserito di conseguenza nella recente normativa europea che l’Italia dovr recepire entro tre anni.
Quali interventi per ridurre o eliminare gli effetti del radon? E’ possibile realizzare un piccolo pozzo collegato ad un ventilatore nelle vicinanze dell’edificio: in questo modo viene a crearsi una depressione che raccoglie il gas e lo espelle. Anche nel caso di nuove costruzioni possibile adottare criteri costruttivi atti a non far penetrare il gas all’interno delle abitazioni, come sigillare le possibili vie di penetrazione dal sottosuolo o collegare una pompa aspirante ai vespaio.
Nel quotidiano, l’unico rimedio quello, ancora una volta, di ventilare con frequenza gli ambienti.

 

 

 

 

 

Maria Leone

 

https://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/criteri-progettuali/sindrome-edificio-malato-inquinamento-indoor-152?lipi=urn%3Ali%3Apage%3Ad_flagship3_feed%3BxxOQKT2gS4a%2B3dcnkWdnig%3D%3D

 

 

 

 

 

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